Biografia di don Lorenzo Guetti
Biografia di don Lorenzo Guetti, a cura del prof. Claudio
Pucci
La famiglia e
gli studi
Lorenzo Guetti
nacque da Girolamo e Rachele Molinari il 6 febbraio 1847 a
Vigo Lomaso, un piccolo paese delle Valli Giudicarie
all’estrema periferia dell’impero austro-ungarico.
Figlio di
contadini e primogenito di ben tredici figli sarebbe stato
destinato come il padre alla vita nei campi.
Tuttavia la
profonda fede della famiglia e forse la presenza dei due
sacerdoti don Lorenzo “senior” e don Pietro, fratelli del
padre, orientarono il giovane Lorenzo verso la vita
sacerdotale.
Lo zio don
Pietro in particolare istruì privatamente agli studi
ginnasiali il nipote Lorenzo che entrò poi nel 1863 nella
prima classe del neonato “Collegio principesco vescovile”,
un istituto del tipo del seminario minore.
Terminato
con lode il liceo, entrò nel seminario teologico. In questo
periodo fu nominato prefetto dei giovani nel collegio
vescovile, ruolo che gli permise di farsi apprezzare per
l’amabilità e la fermezza con cui sapeva trattare i giovani.
Il sacerdozio
Il 31
luglio 1870 venne quindi ordinato sacerdote e nel settembre
dello stesso anno fu assegnato come cappellano al parroco di
Terragnolo, don Girardelli.
Negli anni
del mandato a Terragnolo venne a contatto con la miseria
contadina. Un territorio povero, la diffusione di malattie
come la pellagra ed il vaiolo e la mancanza di preparazione
e mezzi per affrontare questi problemi, rendevano le
condizioni dei contadini di questi luoghi particolarmente
tragiche.
Il
desiderio di risollevare le sorti della propria gente lo
portò a partecipare, come rappresentante del Comizio agrario
di Terragnolo, ad alcune sedute del terzo “Congresso
bacologico internazionale” organizzato a Rovereto nel 1872.
L’arrivo a
Quadra di Bleggio
Nel 1878
venne nominato curato di Quadra di Bleggio, paese vicino
alla sua terra natale. I primi anni del suo nuovo incarico
non furono certo facili. Infatti il parroco di Bleggio don
Guadagnini, persona poco condiscendente nei confronti dei
curati, creò non poche difficoltà a don Guetti. La
situazione cambiò però radicalmente a partire dal 1883,
quando divenne nuovo parroco del Bleggio don Lenzi, che lo
avrebbe poi affiancato nella delicata fase di avvio del
mondo cooperativo.
Il dramma dell’emigrazione
A Quadra
don Guetti avvicinò in maniera concreta il problema
dell’emigrazione stagionale. In inverno infatti i contadini
abbandonavano i propri paesi per cercare lavoro nel Regno
d’Italia come taglialegna, tagliapietre, segantini o
muratori, per ritornare in primavera, in tempo per
riprendere il lavoro agricolo.
Tale
fenomeno toccava pure la fascia dell’infanzia (accadeva che
bambini di dieci anni prestassero servizio come spazzacamini
e garzoni) che veniva così distolta in maniera tragica dalla
frequenza della scuola. Il curato cercò di sensibilizzare la
società sulla drammaticità della situazione di questi uomini
attraverso numerosi articoli che pubblicò sul giornale “La
Voce cattolica”.
Fu inoltre
tra i primi ad accorgersi che il fenomeno dell’emigrazione
aveva assunto nuove connotazioni: non si trattava più di una
emigrazione stagionale, ma definitiva, diretta oltre Oceano
e riguardante interi gruppi familiari (in Trentino su una
popolazione di 404.225 abitanti, dal 1870 al 1888, ne
emigrarono ben 23.846).
Nel 1888
don Guetti pubblicò la “Statistica dell’emigrazione
americana avvenuta nel Trentino dal 1870 in poi” dopo aver
elaborato i dati raccolti attraverso questionari molto
precisi che aveva inviato ai parroci e alle autorità
comunali. Voleva, infatti, offrire a tutti coloro che ormai
avevano deciso di intraprendere questa via dati concreti e
fondati su quale fosse il paese migliore in cui emigrare.
Richiamò
anche le autorità preposte sulla necessità di costituire
organismi che potessero venire in aiuto degli emigranti, ma
i suoi appelli non trovarono risposte adeguate.
La nomina a membro della Giunta permanente del Consiglio
provinciale d’agricoltura per il Tirolo
Nello
stesso anno fu nominato presidente del Consorzio agrario
distrettuale di Santa Croce, uno dei ventisette consorzi
della sezione di Trento del “Consiglio provinciale
d’agricoltura per il Tirolo”. Il Consiglio era stato
costituito per migliorare le sorti dell’agricoltura colpita
da una profonda crisi dovuta alla frammentazione delle
proprietà, all’arretratezza delle tecnologie utilizzate ed
ancora aggravata da calamità naturali.
In qualità
di presidente del Consorzio egli da allora fece parte anche
degli organi direttivi della sezione di Trento del Consiglio
ed in particolare della Giunta permanente. In questa nuova
veste intervenne più volte e con competenza per sostenere
l’importanza di una gestione moderna e razionale degli
allevamenti (da quello bovino a quello suino, dalla
bachicoltura alla pescicoltura) scrivendo di ciò anche sulle
due pubblicazioni del Consiglio, l’”Almanacco Agrario” e il
“Bollettino” e promovendo l’attivazione di corsi di
formazione specifici.
Si occupò
inoltre di viticoltura, frutticoltura, assicurazione contro
gli incendi, viabilità (fu convinto sostenitore della
costruzione della ferrovia Brescia-Caffaro-Trento), servizio
postale, oltre ad essere membro della Commissione
provinciale per la revisione dell’imposta fondiaria.
La nascita della prima Famiglia Cooperativa e della prima
Cassa Rurale
Fu
all’interno del Consiglio provinciale d’agricoltura che
emerse con forza l’idea di una gestione economica di tipo
cooperativo sul modello di quella istituita dal tedesco
Raiffeisen; idea che venne fatta conoscere in tutto il
Trentino attraverso la distribuzione di stampati, statuti e
regolamenti vari.
Ispirandosi
al modello Raiffeisen, don Guetti con molto pragmatismo, il
28 settembre 1890, fondò a Villa di S. Croce la prima
“Società cooperativa di smercio e consumo” cioè la prima
“Famiglia cooperativa” e nel luglio 1892 a Quadra la prima
Cassa Rurale.
A queste
prime società cooperative seguirono presto molte altre,
tanto che alla fine del 1898, anno della morte di don
Lorenzo, le Famiglie Cooperative erano più di cento e le
Casse Rurali una sessantina.
L’elezione alla Dieta del Tirolo
Da
ricordare anche la sensibilità politica di don Guetti: egli
voleva che la sua gente si impegnasse anche a livello
politico e che partecipasse attivamente alle elezioni.
Parteciparvi significava infatti poter, per quanto
possibile, decidere del proprio destino, cosa che peraltro
veniva a coincidere con un desiderio sempre più crescente di
autonomia del Trentino rispetto al Tirolo tedesco.
Finì così
per candidare alle elezioni per la Dieta Tirolese del 17
dicembre 1891, venendo eletto (e per altre quattro volte
fino al 1897) assieme a don Salvadori per il Collegio
elettorale delle Giudicarie. In realtà non partecipò mai ai
lavori della Dieta in quanto, come la maggior parte dei
deputati trentini, aderenti al cattolicesimo nazionale,
aveva scelto il metodo dell’astensione come segno di
protesta per la mancata concessione dell’autonomia al
Trentino.
La nomina a presidente della Federazione delle
Cooperative
Nel giugno
del 1893 venne nominato curato di Fiavè, abitato poco
distante dal suo paese natale, dove doveva rimanere per
altri cinque anni.
Questi lo
videro cofondatore di un “Ospitale-ricovero” a S. Croce di
Bleggio, direttore della Cassa Rurale e presidente della
Famiglia Cooperativa di Fiavè.
Fu un
periodo particolarmente proficuo per la diffusione degli
ideali cooperativi e per la costituzione di una Federazione
delle Cooperative, organo che da anni don Guetti promoveva.
La Federazione, alla quale aderirono 42 società, nacque il 20 novembre 1895
e don Guetti ne fu il primo presidente.
Il dibattito fra neutri e confessionali e l’elezione al
Parlamento di Vienna
Due anni
più tardi, nel 1897, don Guetti propose la costituzione
della Cassa Centrale delle Casse Rurali, che avrebbe dovuto
chiamarsi “Banco di S. Vigilio”, sull’esempio del “Banco di
S. Ambrogio” di Milano.
Ma
all’interno del mondo cattolico trentino si scatenò un
grande dibattito sul tema della “confessionalità” del
movimento cooperativo.
Nello
stesso anno grazie alle sue doti e all’acquisita popolarità,
don Lorenzo venne eletto, unico rappresentante trentino, al
Parlamento di Vienna con ben 559 voti, contro 136 del
socialista Avancini e 129 del liberale Capraro.
La sua
carriera di deputato non fu però brillante e ciò per fondati
motivi. Innanzitutto per l’impossibilità di operare in un
Parlamento diviso dai contrasti fra le varie nazionalità
rappresentatevi; quindi per l’avversione che ormai i
cattolici nazionali portavano alla sua persona a seguito del
rifiuto da parte del sacerdote di connotare
confessionalmente il movimento cooperativo.
Proprio a
causa di questi contrasti il Banco di S. Vigilio non ebbe
alcun avvio operativo; tra la corrente dei neutrali di don
Guetti e quella dei confessionali dell’ingegner Lanzerotti,
ebbe il sopravvento quest’ultima.
Poco dopo,
nel 1899, i confessionali infatti riuscivano a costituire al
suo posto la Banca Cattolica Trentina e il Sindacato
Agricolo Industriale Trentino (SAIT) di cui fu primo
presidente proprio Lanzerotti.
La morte
Don Guetti
non ebbe però modo di assistere a questo cambiamento di
indirizzi: il 19 aprile 1898 era ormai spirato per un
carcinoma all’esofago a soli cinquantun anni.
A cura di Claudio Pucci
estratto da
www.guetti.tn.it/it/Istituto/Chi-Siamo/Biografia-di-don-Lorenzo-Guetti
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